Depressione post parto: perché se una mamma ha appena partorito il bambino dovrebbe poter sviluppare la sindrome baby blues o la depressione post parto o una psicosi post parto?
In fondo è nel periodo più bello…finalmente dopo il parto può godere dello stringere tra le braccia il suo cucciolo che ha atteso da nove mesi.
E invece si sente giù d’umore, triste, ansiosa, irrequieta, spossata, piange spesso e non riesce a concentrarsi sul piccolo. Così quando torna a casa inizia a provare tutte queste sensazioni, ma inizialmente le nasconde a se stessa e agli altri minimizzando l’accaduto e pensando che i cambiamenti del ritmo della vita la fanno sentire in questo modo.
In genere la sindrome baby blues dura pochi giorni, da 3-4 giorni dal parto ad una settimana, e quello che conta è stare vicino alla neo mamma ed accogliere le sue fragilità che emergono per via dei bruschi cambiamenti ormonali; insomma sostenerla nelle nuove incombenze e affettivamente.
Ma se il quadro persiste, nel 10-15% dei casi, si può sviluppare la depressione post- parto che si manifesta in genere dal terzo mese al primo anno dopo il parto.
In questo caso l’umore è depresso e si tende a vedere tutto nero, c’è una perdita d’interesse nel fare le cose, si presentano disturbi nel sonno (si dorme troppo o poco) e dell’appetito, ci si sente incompetenti e inadeguate a prendersi cura del bambino, si manifestano problemi di concentrazione e di memoria.
I principali fattori di rischio per la depressione post parto sono:
- Aver già sofferto prima o durante la gravidanza di ansia e depressione;
- Aver familiarità con i disturbi psichiatrici;
- Vivere o aver vissuto di recente situazioni stressanti;
- Avere uno scarso supporto familiare o sociale;
- Soffrire di sindrome premestruale;
- Soffrire di disturbi della funzionalità tiroidea.
La mamma che soffre di depressione post parto può assumere verso il bambino o un atteggiamento iper controllante o di trascuratezza arrivando a delegare agli altri la cura del piccolo.
In entrambi i casi si perdono di vista i bisogni del bambino, col quale non si riesce ad entrare in sintonia e questo mina la costruzione dell’attaccamento sicuro madre figlio.
Più raramente si possono sviluppare delle psicosi post parto, forme più gravi di depressione, per cui la mamma può arrivare ad odiare il proprio bambino per una forte angoscia e a manifestare fantasie aggressive, fino ad arrivare ai casi estremi di infanticidio.
Quando questi quadri si sviluppano, è bene intervenire al più presto.
Fondamentale diventa parlarne con il medico di base o con lo psicologo o con lo psichiatra, che a seconda della situazione introdurrà l’intervento migliore.
A volte già parlarne migliora la situazione, perché molte ansie e paure che la donna tiene nascoste pensa di provarle solo lei ed invece non è così.
Spesso l’approccio associato psichiatra- psicologo è quello che dà maggiori risultati, perché consente alla donna di esprimere i propri vissuti e le proprie paure.
Perciò non provare imbarazzo o vergogna e prenditi cura di te stessa!
Dott.ssa Ornella Mazzoni Psocologa e Psicoterapeuta